Il frumento è bellissimo. La tumenia (TUMMINIA), nome che sembra derivi da bimenia o trimenia, è un dono prezioso di Cerere: è una specie di grano estivo, che matura in tre mesi. Lo seminano dal primo gennaio al giugno, e matura sempre entro un tempo determinato.
Non ha bisogno di molta acqua, ma piuttosto di gran caldo; da principio mostra una fogliolina assai delicata, poi cresce come il frumento e infine acquista molta forza…
Johann Wolfgang Goethe, Viaggio in Sicilia, 1787
Oggi per il Calendario del Cibo Italiano AIFB, si festeggia la giornata nazionale dei Grani Antichi, ambasciatrice Candida De Amicis, leggete qui il suo post.
Il grano Timilia, il cui nome scientifico è Triticum durum, resiste bene alla siccità è ormai considerato un grano duro in via di estinzione nonostante la sua coltivazione sia facile, poco richiesto dalla grande distribuzione, è ormai diventato un prodotto raro e pregiato. Conosciuto in Sicilia, ma anche nel resto d’Italia con i nomi di dialettali:
tumminia, timminia, trimminia.
Il grano Timilia era coltivato già nel periodo greco con il nome di trimeniaios, è una varietà antica di grano duro a ciclo breve, il periodo di semina è a marzo nelle zone collinari (può essere anticipato a gennaio lungo le coste) per questo motivo è chiamato anche grano marzuolo, veniva impiegato nelle primavere successive ad autunni piovosi che non consentivano la crescita di altri tipi di grano e spesso come coltura miglioratrice, per i campi.
È un grano molto resistente alla siccità, adatto alle coltivazioni in paesi caldi e secchi, ecco perchè si sviluppoò soprattutto nelle regioni del sud Italia come la Sicilia, ma anche del sud Europa (Francia, Spagna e Portogallo) e nei paesi del Nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo, durante i primi 50 anni del secolo scorso.
Non richiedendo grandi tecniche di coltivazione e cure particolari, è adatto anche alle coltivazioni biologiche.
Negli anni 30 in Sicilia sono state selezionate due varietà di Timilia denominate: Timilia S.G. 1 (a reste nere) e Timilia S.G.2 (a reste bianche).
Grazie alla tenacia dei coltivatori siciliani il grano Timilia, negli ultimi anni ha riconquistato un posto di prestigio nella produzione di grano, soprattutto nelle aree del trapanese e del palermitano.
La Farina diTimilia è ricavata per mezzo di antiche macine a pietra nella zona del trapanese, seguendo le antiche tradizioni; è una farina integrale poco burattata, essa contiene molto germe di grano e crusca; presenta un alto valore proteico e un basso indice di glutine.
Questa farina è molto indicata per la panificazione.La farina di Timilia, dopo la molitura, è di colore grigiastro, diverso dalle farine commerciali; i prodotti alimentari che ne derivano sono pani integrali o pani scuri chiamati così proprio per il caratteristico colore scuro dell’impasto e della mollica.
Il pane tipico prodotto con questa particolare farina è chiamato “Pane nero di Castelvetrano”, originario di un piccolo paese della provincia trapanese. Il pane di farina Timilia è molto profumato.
Questa farina viene ora impiegata anche nella produzione di pasta artigianale fresca e secca, abbinate a sughi importanti.
Oggi vi propongo dei semplicissimi cracker senza lievito, veloci e molto profumati
Ingredienti:
200 gr di farina
100 gr di acqua
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di olio extra vergine di oliva
mezzo spicchio di aglio
Procedimento
Impastare farina, acqua, sale, olio, e l’aglio schiacciato.
Lasciar riposare l’impasto per circa 1 ora.
Accendere il forno a 190°C
Stendere l’impasto ottenendo uno spessore di circa 5 ml, ricavare dei quadrati in base alla grandezza desiderata, io ho ricatato circa 30 crackers 5×5.
Cuocere per 20 minuti.
Sfornare e lasciar raffreddare su di una griglia.
Questi crackers si prestano a molteplici varianti togliendo l’aglio e aggiungendo delle erbe aromatiche come rosmarino, timo, erba pepe, ecc.
Ottimi se abbinati a formaggi e salumi.
Fonti:
Gente del Fud
Mi appunto la ricetta …. voglio assolutamente provarli. Hanno un'aspetto tanto tanto rustico
Ciao Nadina, si sono molto rustici, idali per accompagnare formaggi e salumi.
ciao alla prossima
Erica
che meraviglia!!
Grazie Lisa…
grazie di averci parlato di questo grano che la maggior parte della gente non conosce, complimenti per l'articolo e la ricetta
SONIA.
scusa se ho eliminato il commento precedente ma non l'avevo firmato
Ciao Sonia, è stata una scoperta anche per me, ma ora userò sempre di più i grani antichi.
Ciao alla prossima
Erica