Un amico ieri mi ha chiesto, perché far parte di una confraternita?
Oggi riflettevo facendomi e rifacendomi la stessa domanda…perché?
Il termine “Confraternita” mi ha sempre affascinata, forse perché da adolescente sognavo, guardando i film americani, di poter anch’io far parte di qualche confraternita universitaria, o forse perché appassionata di storia e film storici mi sognavo Gran Maestro di qualcosa.
Ma la verità è che mi piace parlare di cibo di prodotti e di tradizioni, mi piace parlare del mio territorio e della storia che lo circonda.
La Confraternita del folpo è un po’ tutto questo messo insieme.
Questa Confraternita si prefigge lo scopo di:
riscoprire e valorizzare ricette tradizionali e antiche che si stanno perdendo e codificarle;
le ricette hanno bisogno di gambe nuove, sulle quali la tradizione possa camminare guardando con orgoglio e curiosità al futuro e al nuovo;
la gastronomia si esprime anche attraverso la scoperta di un territorio e non solo attraverso ricette che, se collocate al di fuori del contesto nel quale sono nate, possono offrire nell’immediato un po’ di gioia al palato, ma sono destinate, nel tempo, all’oblio;
tessere legami golosi con il Territorio;
promuovere, o comunque partecipare attivamente a iniziative di condivisione, integrazione e accoglienza, sfruttando le enormi opportunità che la cultura del cibo offre.
Ok ma perché proprio il folpo ?
Vi potrei rispondere perché è un animale marino che con i suoi tentacoli si difende e resta attaccato al suo territorio, perché le ventose sono veramente delle opere d’arte, ma a guardar bene un vero perché non c’è mi affascina vederlo e prepararlo.
Il polpo è il piccolo genio del mare, intelligente, simpatico e pure amorevole. Considerato per velocità mentale al pari di un delfino – ha dimostrato in alcuni esperimenti di avere capacità di apprendimento, di mimesi di comportamenti utili, e evidentemente di arguzia se, come si è dimostrato, è capace di orientarsi in un labirinto o impara come aprire barattoli contenenti cibo – non è raro che i sub che lo incontrano in mare si siano innamorati di lui.
Da sempre il polpo è stato visto come un mostro marino, storie, leggende e film hanno un folpo come protagonista da sconfiggere.
Come racconta Ferruccio Parazzoli in “Il tesoro del polpo zoppo”
Per sagre e Fiere
Tutti sappiamo che l’Italia è ricca di feste e sagre paesane, che tramando la tradizione di piatti locali per non dimenticarli.
Ebbene per i non veneti, il “folpo” altro non è che il polpo che diversamente del moscardino, deve essere più grande del palmo di una mano, e pescato nelle acque sabbiose della laguna di Venezia e Chioggia. La ricetta tradizione lo vuole servito caldo con un “sughetto” fatto da prezzemolo, vino bianco, limone.
Tradizione che si tramanda grazie ai cosìdetti “folpari”, i venditori di folpi che si spostavano di mercato in mercato, di fiera in fiera appoggiandosi a bar ed osterie, ovviamente ogni piatto accompagnato immacabilmente da una bella “ombra” di vino.
Quale sede della Confraternita è stato scelto, non a caso, Noventa Padovana, che del Folpo ospita, nel quarto fine-settimana del mese di ottobre di ogni anno, l’ultracentenaria Sagra.
La cena della Confraternita
Il 20 ottobre presso Dieffe Accademia delle Professioni, si è svolta la prima cena ufficiale della Confraternita del Folpo, cena che ha visto presenti circa 120 ospiti, registrando il tutto esaurito.
Sala con tavoli preparati da gran soirée e menù veramente ben composto ha permesso agli ospiti di assaggiare il folpo in varie forme e consistenze, “obbligando” molti a chiedere il bis, il tutto annaffiato da ottimi vini scelti per l’occasione, uno per ogni piatto, dal Consorzio Vini dei Colli Euganei
- Tartare di carpaccio di colpo con emulsione al Campari e chips di polenta
- Burger di colpo e la sua maionese
- Bigoli al ragù di folpo
- Colpo classico alla veneta & Stufato di colpo
- Biscottini da credenza con zabaione
Una standing ovation d’obbligo a fine cena per chef, brigata e personale di sala.
La cucina ha preparato qualcosa come 130 kg di folpo non proprio una passeggiata.
A fine pasto ci sta benissimo un bicchierino di Amaro del Folpo.
Mi hai convinto, viva il folpo e che fame ..;)