Da oggi per il Calendario del Cibo Italiano AIFB si festeggia la settimana dedicato al cioccolato.
Ambasciatrice Annarita Rossi, leggete qui il suo post.
Il cioccolato, si sa, non è un prodotto italiano, e nemmeno europeo.
Come è noto viene estratto dai semi della pianta del cacao, il cui nome scientifico è Theobroma cacao, che pare voglia proprio dire cibo degli dei. E come dargli torto?! La pianta ha origini antichissime e, secondo alcune ricerche botaniche, si presume che fosse presente più di 6000 anni fa nel Rio delle Amazzoni e nell’Orinoco. Considerato cibo per privilegiati dai Maya, primi a coltivare la pianta, il consumo di cioccolato era riservato solo ai sovrani, i nobili e i guerrieri, che lo bevevano mescolato con acqua calda. Da questo tipo di preparazione, infatti, pare derivi la parola cioccolato, che letteralmente sarebbe acqua calda, appunto.
Furono gli Aztechi invece ad associare il cacao alla dea della fertilità, concedendo al cibo un potere religioso, ma oltre ad un impiego liturgico all’interno di cerimoniali, la bevanda -o xocoatl- veniva degustata aromatizzata con vaniglia, pepe o peperoncino, con l’effetto di alleviare in parte la sensazione di fatica, grazie alla presenza di teobromina.
Il cioccolato, dunque, in Europa è arrivato molto più tardi. Non è italiano, ma è strettamente legato all’Italia per mano del navigatore Cristoforo Colombo.
Pessimo geografo, nel 1502, giunto in America da un po’, fu lui il primo ad imbattersi nella pianta di cacao.
Da buon genovese, pur non essendo rimasto soddisfatto del suo sapore, ne portò via una buona quantità che sarebbe stata utile come moneta di scambio.
Mangiare solo cioccolato non è stato possibile a causa del suo sapore molto amaro.
Nel 1828 con l’avvento di Cocoa Press, il processo di separazione cacao dal burro di cacao in chicchi di cioccolato, si è cominciato ad aggiungere edulcoranti e altri ingredienti, e modellandole in caramelle.
Il primo cioccolato commestibile è stato introdotto nel 1847 da Fry Chocolate Factory a Bristol, in Inghilterra. Nel 1879, il cioccolato svizzero Henri Nestlé e Daniel Peter aggiunti due ingredienti per il cioccolato: latte in polvere e zucchero, rendendo l’ormai famoso cioccolato al latte.
Continua la sperimentazione con l’aggiunta di altri ingredienti di nuovo in vantaggio la Francia e la Svizzera per la miscela di panna montata e cacao, che è stato chiamato ganache. Controlla per cosa cacao stampa appare come qui.
Un giorno di Natale nel 1895, francese Patissier Louis Dufour a Chambery, era a corto di idee per i loro cioccolatini natalizi. pensò quindi plastamre la ganache creando delle palline e di rotolarli nella polvere di cacao, sembrava proprio dei tartufi di terra, proprio da questo deriva il loro nome .
Da qui i tartufi si sono espansi prima in Inghilterra e poi in tutta europa.
Risale al 1678 la prima autorizzazione concessa dalla Casa Reale Sabauda a vendere pubblicamente la cioccolata in bevanda. Nel 1802 il genovese Bozelli mise a punto uno strumento idraulico per raffinare la pasta di cacao e miscelarla con zucchero e vaniglia. Nel 1865 proprio a Torino dall’unione tra il cacao e le nocciole nacquero i giandujotti.
Il cioccolato, oggi soprattutto in modo consapevole, è un’esperienza sensoriale a 360°, che copre tutti i sensi, dall’olfatto al gusto, alla vista al tatto, persino l’udito: proprio nessuno, insomma, può sottrarsi al suo fascino.
E unisce, con il suo fascino storico e gastronomico, il Vecchio con il Nuovo Mondo! È proprio il caso di dirlo: le vie del cioccolato sono infinite!
Quando si dice cioccolato normalmente si pensa ad un dolce, io invece ho pensato di abbinare la carne ai frutti rossi e al cioccolato. Quindi maialino ai frutti rossi e cioccolato.
L’idea di questo piatto mi è venuta pranzo al Cafè Des Arts, bellissimo caffè nel centro di Bordeaux, mi hanno servito un filetto di maiale accompagnato da una riduzione di frutti rossi e patate novelle.
Ho rielaborato la ricetta inserendo anche il cioccolato, il risultato è inaspettato.
Ingredienti
500 gr dispezzatino di maiale
1 carota
1 costa di sedano
2 scalogni
olio evo
sale e pepe bianco
1 cestino di lamponi
1 cestino di mirtilli
mezzo bicchierino di liquore al cioccolato
mezzo bicchierino di liquore ai mirtilli
100 gr di cioccolato fondente almeno al 80%
500 ml di brodo vegetale
Procedimento
Preparare il brodo vegetale con mezza carota, mezza costa di sedano e 1 scalogno.
Tritare sedano, carote e lo scalogno e preparare il classico soffritto.
In una casseruola con bordi alti, far rosolare lentamente il soffritto, aggiungere lo spezzatino, mescolare la carne fino a quando avrà perso il classico colore rosso.
Aggiungere i liquori facendoli sfumare. Aggiungere 4-5 mestoli di brodo vegetale.
Far cuocere a fuoco basso per almeno 1,5 ore.
Se il brodo si dovesse asciugare troppo aggiungere qualche mestolo, regolare di sale e di pepe.
Nel frattempo tritare il cioccolato. Pulire i frutti rossi.
Quando mancheranno circa 15-20 minuti alla fine della cottura della carne aggiungere i frutti rossi, tenendone da parte 5-6 frutti rossi per la decorazione.
Aggiungere 2 cucchiai di cioccolato.
Terminare la cottura della carne.
Far sciogliere il resto del cioccolato a bagnomaria, si utilizzerà come decorazione del piatto.
Impiattare la carne, aggiungendo come decorazione 2-3 frutti rossi, un po’ di cioccolato fuso, a parte preparare dei piccoli contenitori riempirli di cioccolato, che servità come salsa.
Ideale in accompagnamento a questo piatto un chardonnay siciliano.
Fonti: wikipedia
Che bella ricetta, insolita e tutta da provare. Grazie ancora per aver contribuito.
Ciao Annarita, diciamo una ricetta fuori dagli schemi. Ciao alla prossima Erica