Origini Storiche o Leggende?
Molte delle storie che legano i prodotti della terra al territorio sono frutto di leggende.
Leggende che si tramandano fino ai giorni nostri.
Le origini del radicchio tardivo di Treviso, sembra possano risalire a due leggende.
La prima riguarda Francesco Van Den Borre, esperto allestitore di giardini e parchi arrivato a Treviso dal Belgio nel 1860, sembra abbia usato la tecnica dell’imbiancamento sui radicchi di campo, ma di questa notizia non ci sono prove certe.
La seconda come molto spesso accade, è frutto di una casualità.
Sembra che i contadini tendando di conservare i radicchi nelle stalle, si siano accorti che invece di marcire alcuni dei cuori di radicchio erano buoni e croccanti, con l’acqua di risorgiva a disposizione, hanno poi iniziato questa nuova coltura.
A me però piace pensare ad una terza leggenda, il radicchio all’ora bianco è stato regalato ad una ragazza dai lunghi capelli d’oro così bella che il radicchio imbarazzato diventò rosso.
Che bello sarebbe credere alle leggende, certo è che il radicchio rosso di Treviso, è coltivato da secoli. La notizia sarebbe confermata dalla sua presenza in un dipinto cinquecentesco individuato da Tiziano Tempesta.
Il professionista che più ha lavorato per trasformare il radicchio da semplice verdura del passato a “fiore che si mangia” è stato l’agronomo lombardo Giuseppe Benzi, che arrivato a Treviso nel 1876, insegnò agraria e fu poi nominato direttore dell’associazione Agraria Trevigiana.
Grazie a questo incarico cominciarono i suoi studi su come migliorare quella che in origine era semplice cicoria in quello che oggi è conosciuto in tutto il mondo come Radicchio Rosso IGP di Treviso.
Già dal 1900 il radicchio rosso diventò l’ortaggio più importante del Trevigiano.
Seguì un lungo periodo florido, interrotto dallo scoppio della seconda guerra mondiale, quando la povertà aumentò in Italia e i produttori si ridussero.
Strada del Radicchio Rosso di Treviso IGP
Si può considerare il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo, il progenitore delle varie tipologie di radicchio ed ovviamente il più pregiato.
Credits Photo https://www.fioridinverno.tv/prodotti-territorio/#5c69225f53dc77.89316696
La coltivazione del Radicchio Rosso di Treviso Tardivo IGP è possibile solo nelle campagne di 24 comuni del Veneto, 17 in provincia di Treviso, 5 in provincia di Venezia e 2 in quella di Padova. La zona di produzione, trasformazione e confezionamento del Radicchio Rosso di Treviso del tipo tardivo comprende, nell’ambito delle province di Treviso, Padova e Venezia, l’intero territorio amministrativo dei comuni di seguito elencati. Provincia di Treviso: Carbonera, Casale sul Sile, Casier, Istrana, Mogliano Veneto, Morgano, Paese, Ponzano Veneto, Preganziol, Quinto di Treviso, Silea, Spresiano, Trevignano, Treviso, Vedelago, Villorba, Zero Branco. Provincia di Padova: Piombino Dese, Trebaseleghe. Provincia di Venezia: Martellago, Mirano, Noale, Salzano, Scorzè, ed ecco perchè IGP, Indicazione Geografica Protetta.
La produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata.
Questa produzione così pregiata e florida si deve alla cosiddetta “linea delle risorgive”
L’acqua arrivando dalle Dolomiti, scorre sotterranea incontrando strati di argille tendendo così a risalire in superficie dando origine a diversi corsi d’acqua, il più importante è il Sile, il cui ecosistema è protetto dal Parco Regionale
Quest’abbondanza di acqua è determinante per la produzione del Radicchio Rosso di Treviso IGP.
Produzione e Fasi della lavorazione
Un sole meraviglioso ed una giornata ghiacciata, ideale per andar per campi a scoprire la coltivazione del radicchio rosso di Treviso.
Siamo presso l’azienda Agricola Menegazzi a Preganziol, Nello e la moglie Oriana, ci aspettano.
E’ domenica ma ovviamente qui il lavoro non si ferma mai.
Per noi è facile, si va dal fruttivendolo e si chiede del radicchio di Treviso e magari ci lamentiamo pure del costo, ma all’interno di una costa di radicchio ci sono mesi di lavoro. Lavoro che inizia i primi 10 giorni di luglio con la semina o con il trapianto.
Sul campo, Nello scopre il telo e si apre ai nostri occhio un vero gioco di colori e forme.
La raccolta comincia dopo il primo novembre, seguono poi tre fasi.
Preforzatura
Si formano dei mazzi da 25-30 piante che venivano tradizionalmente sistemati su due solchi, protetti dalle basse temperature grazie a piccoli tunnel coperti con un foglio di materiale plastico.
Imbiancamento
I mazzi vengono collocati in vasche riempite con 10 – 12 cm di acqua corrente, proveniente dalle falde.
Qui restano per 15-20 giorni.
Toelettatura
Unica fase che si svolge in ambiente riscaldato, si sfrondano i mazzi e si puliscono per prepararli alla commercializzazione che ha inizio dopo il primo di novembre e si conclude a primavera.
Prodotto molto versatile in cucina è utilizzato per la preparazione di anticipati, primi e secondi piatti.
Per gustarlo al meglio io l’ho cotto al forno quel tanto che le foglie si appassissero e l’ho gustato con dello stracchino fresco vaccino semplicemente preparando una bruschetta con pane casereccio ed un giro di olio extra vergine di oliva.
L’acqua è il filo conduttore di questa storia, e l’acqua sarà anche la prossima protagonista qui sul blog.
Grazie alle mie compagne di viaggio
Grazie a Valentina di Zeta Group, come sempre competente organizzatrice.
Grazie al Consorzio di Tutela del radicchio di Treviso IGP che ci ha ospitato per la scoperta di questo meraviglioso prodotto.
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