Legumi, Primi piatti, Territorio, Tradizione

Zuppa Ritrovata

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Per il Calendario del cibo italiano AIFB, si apre oggi una settimana che attendevo con impazienza,  la settimana delle zuppe e minestroni…che dire scateniamo l’inferno !!!

Ambasciatrice Giorgia Pasqualotto, leggete il suo post e poi sbizzaritevi con tutte le ricette proposte.

Il 2016 sarà ufficialmente l’anno Internazionale dei legumi e perciò verranno proposte una serie di attività e progetti utili ad incentivare la conoscenza e il consumo di questi alimenti puntando soprattutto sulle loro proprietà in quanto “semi nutrienti per un futuro sostenibile”, come li ha definiti la stessa FAO.

Un paio di mesi fa entro come al solito nel mio negozio bio preferito e vado verso lo scaffale dei legumi e cereali, avevo voglia di zuppa ma non volevo la solita di ceci o fagioli, non so nemmeno io di cosa avevo voglia, ma quando entro in quel negozio ci sono sempre delle scoperte da fare.

Un cartello recita “Legumi Ritrovati” così scopro, Roveja, Cicerchia, fave, lenticchie, ecc.

Si tratta di specie antiche, ormai sconosciute, sopravvissute nei ricordi di chi da bambino le ha assaggiate nei piatti preparati dalle nonne o di chi da adulto ha consapevolmente deciso di coltivarle per salvaguardare la biodiversità e contribuire alla tutela dell’ambiente.

Scegliendo questi legumi biologici, accomunati dal fatto di avere alle spalle una storia antica, ognuno di noi può scoprire nuovi, ma antichi sapori, e arricchire la sua dieta con nutrienti che fanno bene all’uomo e all’ambiente.
Compro Roveja e Cicerchia.

Arrivata a casa mi metto davanti al pc e scopro un progetto di Slow Food che si chiama Slow Beans, al quale aderiscono diversi produttori di legumi antichi sparsi in tutta Italia.

Mi entusiasmo al progetto e contatto la presidentessa del movimento produttrice del Fagiolo Giàlet della Valbelluna, la contatto e….

…il resto lo troverete prossimamente in un post dedicato alla ricerca che ho fatto e alle notizie che la presidentessa ha voluto condividere con me.

Cicerchia:

Chiamata cicercula dai Romani e considerata un legume povero, la Cicerchia è stata, in origine e per lungo tempo, l’alimento che ha permesso ai contadini di sfamarsi quando non avevano a disposizione cibi più ricchi ed elaborati.

Originaria del Medio Oriente e appartenente alla famiglia delle leguminose, nasce da una pianta erbacea annuale simile a quella dei ceci, che si contraddistingue per il fatto di essere molto robusta e di non aver bisogno di particolari trattamenti: si adatta infatti a crescere in condizioni molto difficili, su terreni poveri ed aridi, e resiste anche alle basse temperature.

Abbandonata per secoli, è stata riscoperta con l’obiettivo di tutelare la biodiversità italiana.

Tra i legumi meno utilizzati ma sicuramente da riscoprire c’è la cicerchia, uno dei legumi più antichi le cui coltivazioni in Puglia, in Umbria, nel Lazio, nelle Marche e in Molise, hanno ottenuto il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale italiano.
Ricordiamo infine la roveja, anch’esso un legume antico, una sorta di pisello con cui si può realizzare una tradizionale zuppa dell’alimentazione povera.

 

Roveja

Una manciata dalle sfumature colorate, rosse, verde scuro, marroni e grigie: ed ecco a voi la Roveja , figlia di un bellissimo fiore. Appena raccolta, in realtà, la sua colorazione tende solo alle diverse sfumature del verde, per poi diversificarsi con l’ossigenazione.

Progenitrice del pisello comune per alcuni, in realtà ha una classificazione botanica ancora incerta. Nota in Europa fi n dalla preistoria, sembra che anch’essa abbia origini mediorientali. La sua crescita spontanea lungo le scarpate e nei prati l’ha resa protagonista dell’alimentazione di pastori e contadini insieme ad altri legumi poveri come lenticchie, cicerchie, fave, e a cereali, come orzo e farro.

Attualmente poco diffusa, in passato veniva coltivata lungo tutta la dorsale appenninica umbro-marchigiana e in particolare nella zona dei monti Sibillini dove veniva coltivata anche a quote elevate, data la sua resistenza alle basse temperature.

 

Ingredienti

100 gr di Roveja
100 gr di cicerchia
mezza carota
mezza costa di sedano
mezza cipolla
1,5 lt di acqua
sale, pepe, olio extra vergina di oliva
la punta di un cucchiaino di zenzero fresco gratuggiato

Procedimento

Per prima cosa mettere in ammollo i legumi in 2 ciotole separate almeno tutta la notte, seguendo le istruzioni riportate sulle confezioni.
Quando i legumi sono stati sufficientemente ammollati, preparare un batturo con sedano, carote e cipolle, mettere in un tegame a bordi alti con un po’ di olio extravergine di oliva.
Aggiungere la roveja e l’acqua necessaria, lasciare bollire per 1 ora.
Dopo circa 1 ora aggiungere la Cicerchia, far bollire per circa 1 ora, regolando di sale e pepe.
Aggiungere lo zenzero.
Per chi lo desidera è possibile aggiungere della pasta, ma vi assicuro che non serve è ottima gustata in purezza.

Quando la zuppa è pronta servirla calda con una spolverata di parmigiano reggiano e un cucchiaio di olio di oliva extravergine di oliva.

E’ possibile servire la zuppa aggiungendo dei crostini di pane.

Fonti:
Wikipedia
Slowfood

 

4 Responses

  1. Cara Erica, questa zuppa ha un aspetto meraviglioso, e il lavoro di ricerca che c'è dietro non è da meno. Sono curiosa di leggere il prossimo post 😉 grazie per aver partecipato alla settimana di zuppe&minestroni.

    1. Ciao Giorgia, spero di finire la ricerca quanto prima, grazie per avermi ospitata. Alla prossima Erica

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